Giuro che ho provato in ogni modo ad impostare questo post
in maniera poco polemica o lagnosa, anche perché prima o poi qualcuno mi dirà: “ma
che diamine ci sei andata a fare a Milano se poi devi stare sempre a lagnarti?!”
Ma non ci sono riuscita.
Purtroppo, ogni volta che ci penso
o che metto il naso fuori casa, è sempre la stessa solfa: “Ma come cazzarola
fanno a vivere con questo gelo?”.
Cioè, io credo fermamente che la razza umana debba tendere
allo “star bene”. Come è venuto in mente a quei cavolo di uomini dell’antica
Gallia, o ai Celti, o ai Vichinghi, o chi cavolo per loro, di stanziarsi in
posti così freddi?
Non dovevano essere il massimo dell’intelligenza.
Infatti gli antichi Romani (che discendevano da un popolo assai più intelligente, dal momento che si era stanziato in un luogo dal clima perfetto come Roma) non ci hanno messo poi molto a conquistarli. Poi ci hanno fatto un bell’accampamento, e adesso, dopo 2000 e passa anni, c’è questa allegra città di Milano.
Non dovevano essere il massimo dell’intelligenza.
Infatti gli antichi Romani (che discendevano da un popolo assai più intelligente, dal momento che si era stanziato in un luogo dal clima perfetto come Roma) non ci hanno messo poi molto a conquistarli. Poi ci hanno fatto un bell’accampamento, e adesso, dopo 2000 e passa anni, c’è questa allegra città di Milano.
Quello che mi chiedo io è: come fai a vivere una città dove si
sta bene solo al chiuso? Ovviamente, te la vivi molto di meno. E quindi è
logico che non si siano creati spontaneamente dei punti di aggregazione (come
piazza Trilussa o Campo de’Fiori a Roma).
Ok, diciamo che non è solo questo il mio problema esistenziale
qui a Milano, anche perché se ci fosse Trastevere mancherebbero comunque tanti altri
elementi… il mio problema è trovare la forza di uscire di casa.
Secondo me è
una violenza psicologica, non ce la faccio!
Sono qui da 2 settimane, e di prima mattina c’è sempre
questo cielo color grigio (grigio n°9 nella paletta di AutoCad), con una luce
bianca accecante che fa tanto “settimana bianca” (taaaanto carino, se non fosse
che siamo ad ottobre e siamo in città), e un freddo umido che ti entra nelle
ossa. (Vabbè, siamo onesti e diciamola tutta: io sono estremamente intollerante
al grigio, più che al freddo. Tutto sommato a Roma d’inverno non è che ci siano
propriamente i caraibi, ma il cielo è terso e sembra un mondo migliore)
Non lo so come farò ad affrontare questo inverno, ho
seriamente bisogno della luce del sole. Probabilmente svaccherò, a forza di
produrre serotonina solo grazie alla nutella!
P.S. Sono due giorni che piove una “gnagnarella” stupida e
che ho una febbretta insulsa.
‘a riuscimo a fa na cosa fatta per bene?!
Te sei una mezza forte! Brava! baci da Roma. Filippo
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