martedì 29 novembre 2011

La convivenza #1 [introduzione]

Hola! Sono tornata a scrivere, come promesso. Devo dire, sinceramente, che la mia dose di sarcasmo e cinismo nei confronti di questa grigia città è decisamente diminuita, molto probabilmente perché mi sto ambientando e sto iniziando a conoscere tante nuove persone e a vedere un po’ meno nero il mio futuro qui… ciò non toglie il fatto che la vita quotidiana in questo nord continui ad offrire notevoli spunti di riflessione e di battute (sarebbe folle pensare il contrario).

Però, prima di passare al racconto della nuova vita in coinquilinanza, trovo necessario aggiungere un paio di clausole ad alcuni miei precedenti post.

Clausola #1_La Questione Trasporti Pubblici.
Mi sono recentemente trovata in difficoltà durante una conversazione con un ragazzo di Milano sulla definizione di un mezzo di trasporto, quello che comunemente a Roma viene chiamato “trenino” e che altro non è se non il treno regionale che passa internamente alla città, effettuando fermate in punti strategici quali Ostiense o Tiburtina. La conversazione si è svolta più o meno così:

“Hai presente Viale Argonne?”
“Forse sì…è quella vicino al passante?” “…eeh?!”
“il passante Dateo”
(a prescindere dal fatto che avevo capito PASSANTE DA TEO, vabbè) “…ma che è il Passante?!”
“Il Passante! Che vuol dire <che è?>?! Come lo chiamate a Roma?”
“Eh, che ne so? Non so manco cosa sia!”
“Il Passante è il treno regionale che ferma in città…voi come lo chiamate, scusa?!” “Noi un treno lo chiamiamo semplicemente TRENO…”

Però per stavolta devo fare pippa perché wikipedia (sempre sia lodata, comunque) autorizza l’esistenza di questa definizione, quindi è per forza corretta e “ce devo stà”. 

Clausola #2_...ma che freddo fa?
Ho rivalutato molto “er nebbia”…infatti ormai quando sento gli amici romani (o mia madre, che è peggio di loro certe volte) cantarmi “solo la nebbia, c’avete solo la nebbia!” penso istintivamente “ma magari!!!” (sì, nella nuvoletta del pensiero che mi esce dalla testa appare la scritta con ben TRE punti esclamativi).

Il fatto è che SE C’È LA NEBBIA VUOL DIRE CHE NON PIOVE. E sinceramente, non dovendo guidare ma andare a piedi, non me ne frega niente che non si veda a distanza di 3 metri…
E poi c’è da dire che sotto molti aspetti è affascinante!
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Ok, penso sia arrivato il momento di parlare della mia nuova condizione di vita, o almeno iniziare da qualche parte. La prima&importantissima premessa da fare è dire che in questa casa sto davvero bene. Dopo aver cercato così a lungo una stanza singola, credevo che “accontentarmi” di una doppia sarebbe stata un’esperienza sofferta, ed invece devo ricredermi! Un po’ per la mia solita sfacciata fortuna nel trovarmi dei coinquilini fantastici, e soprattutto una compagna di stanza tranquillissima, un po’ per lo spirito di adattamento che non mi manca, più passano i giorni più mi trovo bene qui! 

Innanzitutto: la casa. Sono talmente vicina al Politecnico che la mattina (poverina) non riesco neanche a fumare una sigaretta intera nel tragitto dal portone all’atrio. Lo so, vi faccio pena e compassione, vero?! Questi sò problemi! La posizione è da paura, e tra l’altro sia il balcone della camera dove sto io che il balcone della cucina danno su due cortili interni, quindi stiamo anche nel silenzio.

Ah, la stanza è anche potenzialmente molto luminosa. Ma, sempre per il solito discorso, visto che il sole da queste parti è un lusso per pochi non è che mi cambi molto… magari più in là, in primavera, sarà piacevole! 

Secondo punto: i coinquilini. Siamo in 5 in casa, 3 maschi e 2 femmine. La mia compagna di stanza è adorabile, tranquillissima, riservata e non ha strane manie o paranoie, per cui conviviamo perfettamente. Anzi, mi sa che sono io la “rompiballe”, o quantomeno la caciarona della situazione! I ragazzi sono divertentissimi. Essendo maschi, ovviamente, sono shallissimi. Certo, la loro concezione di “pulizia” è vagamente diversa dalla nostra (mia e di Eva, intendo, non so quali siano i canoni delle altre ragazze nel mondo), ma a parte questo devo dire che mi trovo benissimo. Sto anche iniziando ad interpretare l’accento bergamasco e a sostenere una conversazione senza troppi “eeeh?”…passi avanti per me!
E, a proposito di “passi avanti”, la mia nuova filosofia di vita è “impariamo una cosa al giorno”. Siccome quotidianamente combino qualche danno, più o meno grave (tipo dimenticare di mettere il sale nella pasta, rompere qualche piatto, stingere i vestiti in lavatrice, ecc) ho deciso di farmela prendere a bene e aggiungere ogni giorno una lezione in più sul mio curriculum vitae.
Il primo giorno, per esempio, ho imparato che non è bene mettere i pachino tagliati in 4 parti nella pentola di olio bollente; oggi ad esempio ho imparato che il LIDL è meno vicino del previsto e che non è pensabile fare la spesa per tutta la settimana per poi accollarsi le buste stracariche, parlare al cellulare e fumare contemporaneamente nel lungo tragitto a piedi fino a casa. Grandi lezioni di vita ‘sta Milano! 

E'decisamente troppo tardi... Per ora chiudo le comunicazioni, ho fatto tardi per chiacchierare in cucina con gli altri (che meraviglia queste situazioni!) e domani ho lezione…passo e chiudo, a prestissimo con il prossimo “capitolo”!

1 commento:

  1. "Come to decide that the things that I tried, Were in my life just to get high on..." ..ok, scusa, sono in fase pesantemente redhottiana :D ! Comunque invidio un sacco la tua esperienza...è che il fatto di di stare fuori casa ti porta per forza ad imparare qualcosa tutti i giorni...sono pentita di non essermi fatta un'esperienza da fuori sede!
    Comunque "passante" non s'è mai sentito o_o ...

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