L’altro giorno, all’università, per passare meglio le 6 ore di lezione in inglese, con la mia amica bergamasca abbiamo iniziato a stilare un elenco di espressioni idiomatiche (dal romano al bergamasco) suddivise per argomenti, ricalcando vagamente lo stile del rinomatissimo libro “Come t’antitoli? Ovvero, si le cose nun le sai, salle!” e del comodo Manuale di conversazione della metropoli periferica romana.
Sotto la voce “espressioni di stupore” la buona Laura mi ha scritto “sticazzi!” e “stocazzo!”, facendomi tornare in mente un argomento di cui avrei voluto scrivere da quando ho inaugurato il blog: la fondamentale questione "Sticazzi"
A Milano, come in generale in tutto il nord, l’espressione “sticazzi” viene utilizzata comunemente in due modi completamente differenti, e solo un orecchio attento all’intonazione (non il mio, per esempio! A me sembra che parlino sempre con la stessa verve di un bambino lagnoso) può distinguere il senso che gli viene attribuito nel contesto specifico.
Da queste parti, infatti, “sticazzi” può significare SIA “chissenefrega” SIA “ma dai, davvero?” (il corrispettivo romano di “me cojoni!” – ovviamente non inteso in senso ironico).
Stesso discorso per “stocazzo”: raramente viene usato come a Roma (“sé, stocazzo!”), molto più spesso per signficare “minchia, incredibile!”…
Piccola parentesi per gli amici nordici: a Roma “sticazzi” significa ESCLUSIVAMENTE “non me ne può fregare di meno”, per l’altro significato di “stupore ed incredulità” abbiamo la comoda espressione “mecojoni!”
Per il corretto uso della parola “sticazzi”, faccio riferimento a questo video:
Per la distinzione netta di significato fra “sticazzi” e “mecojoni”, segnalo quest’altro video:
“Stocazzo” invece può essere usato sia come un nome/aggettivo attribuito a chi se la tira, credendosi –ingiustamente- superiore a qualcun altro (“quello lì si sente stocazzo!”) sia per simpatici scherzetti burloni (in pratica è normale, chiedendo “chi è?”, sentirsi rispondere “stocazzo!”).
Esempio tipico di conversazioni travisate dalla sottoscritta:
A: “Sono stato ad una serata pazzesca, ci saranno state diecimila persone!”
B: “Sticazzi!”
(a me viene giustamente da pensare che l’altra persona sia vagamente maleducata e menefreghista)
A: “Ho visto una casa a due minuti a piedi da qui, sarebbe perfetta!”
B: “A due minuti? Stocazzo!”
(cominciate a capire il mio disagio?!)
Quindi, se io vado in giro a dire “sono andata a cena in quel famoso locale costosissimo” e mi sento rispondere “sticazzi!” non dovrei offendermi, piuttosto dovrei essere contenta di aver destato lo stupore dell’altra persona.
Difficile, prima o poi spero di abituarmi quantomeno spero di riuscire a distinguere le due intonazioni!
Attualmente la parlata milanese mi sembra tutta sempre uguale. (A tal proposito, allego video con simpatico ragazzo milanese che parla in italiano –non in dialetto!- giusto per farvi sentire la cadenza)
Chiudo ricordando agli amici milanesi che “sticazzi” è un termine di origine romana, ed è l’abbreviazione (perché semo pigri e nun ce và de sprecà fiato) della locuzione “e sti cazzi non ce lo metti?”
Poi vabbè, ovviamente voi fate come vi pare...sticazzi!!!
se ne fai un libro di questo Blog potresti far invidia al miglior Bebbe Severgnini! continua così, la lettura diventa sempre più avvincente e stimolante! Sei una mezza forte TE!
RispondiEliminaBello come il sole :)
RispondiEliminaMa come e Martellone non ce l'hai messo?? XD
RispondiEliminaAhahahahahahahahah
RispondiEliminaIdentica reazione la mia i primi tempi davanti all'ambigua espressione "sticazzi!"!
Una volta mi ci sono pure offesa di brutto e il mio interlocutore(milanese) non capiva la mia reazione permalosa...Dopo 10 minuti di silenzio impermalositi entrambi ci siamo spiegati!